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Il pozzo di San Patrizio

Se avete intenzione di trascorre un fine settimana lontano dal caos delle grandi città vi consiglio una di quelle mete che sicuramente non deluderanno le vostre aspettative: l’antico borgo di Orvieto.

Ovviamente il consiglio che fornisco a tutti è di soffermarsi almeno una notte per respirare meglio l’atmosfera unica che sa trasmettere questo piccolo borgo dell’Umbria sorto tenacemente su una alte rupe di tufo dalla quale si può godere di un bellissimo paesaggio.

Noi abbiamo scelto, per mancanza di tempo, di accontentarci di un veloce raid in questo luogo senza tempo girando per il centro storico alla scoperta di tradizioni, storia e cultura di cui questo luogo è permeato in ogni suo angolo.

Facilmente raggiungibile con l’autostrada, a meno di 90 minuti di auto dalla Capitale, percepirete immediatamente tutta la sua bellezza già un paio di chilometri prima del casello.

Se non avete intenzione di utilizzare la funicolare panoramica, questo dipende moltissimo anche dal periodo che sceglierete per raggiungere Orvieto, date le moltissime presenze che si toccano durante i fine settimana o le feste, proseguirete a salire lungo la strada principale fino ad arrivare a Piazza Cahen dove sarete costretti, giustamente, a lasciare l’auto visto che il borgo antico è interamente chiuso al traffico per preservarne la ricchezza, la tranquillità e l’atmosfera.

Qui troverete immediatamente la prima tappa, oggetto di questo articolo, che non potrete assolutamente perdervi: il pozzo di San Patrizio

Le origini del pozzo risalgono a lontano 1527 anno del sacco di Roma quando Clemente VII trovo rifugio nella città di Orvieto e commissionò Antonio da San Gallo il Giovane La costruzione di un’opera idraulica che potesse permettere un approvvigionamento di acqua in caso di assedio della città.

Le maestranze scavarono prima nel tufo e poi nell’argilla fino al raggiungimento della falda acquifera che trovarono a circa 62 metri di profondità. 

La struttura in superficie è costituita in murature e dotata di due aperture una per l’entrata ed una per l’uscita

La particolarità di questo pozzo, che trae libera ispirazione dalla scala a chiocciola della Villa del Belvedere in Vaticano, È la presenza di una suggestiva scala elicoidale che permette di salire e scendere, le rampe sono sovrapposte l’una all’altra, seguendo un unico senso in modo da non permettere ai visitatori di incontrarsi generando dei rallentamenti.

Originariamente denominato pozzo della rocca muto in epoca ottocentesca il suo appellativo di purgatorio di San Patrizio per volere dei Frati del Convento dei Servi per via della nota leggenda del Santo Irlandese.

E’ da questo momento che il pozzo, avendo ormai perso la sua funzione primaria,  ed era divenuto oggetto di curiosità e attrattiva dei visitatori che passavano per Orvieto.

Consiglio fortemente

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